I professionisti di Modena,
mettendo da parte i ben noti “campanilismi” professionali hanno deciso di fare
rete, “studiare” e approfondire il problema, cioè di capire quali “armi”
avrebbero potuto mettere in campo per, (almeno), cercare di arginare le infiltrazioni.
La vera forza delle mafie è
nell’omertà di chi fa finta di non vedere quanto avviene nel proprio settore e
si gira dall’altra parte.
I professionisti di Modena
hanno intuito che nessuna professione, quindi, può sentirti esclusa.
La carta etica nasce perché le
organizzazioni mafiose senza “consulenze professionali” troveranno sicuramente
molto più complicato penetrare nel sistema economico e finanziario della nostra
provincia, e senza l’appoggio esterno non potranno più accreditarsi nella
società.
Noi professionisti, con
determinazione e compattezza, ispirandoci a valori etici condivisi abbiamo
scelto di parlare, di non nasconderci, di non sottovalutare o minimizzare la
presenza mafiosa, di agire e di non restare indifferenti di fronte al fiume di
soldi sporchi che inquina l’economia legale e che rischia di divorare tutto.
Il nostro ruolo di
professionisti passa necessariamente dalla responsabilità e proprio perché
convinti che la lotta alla mafia si fa responsabilizzando le coscienze e
risvegliando proprio quella “etica di professionisti”, che troppo spesso si
assopisce, abbiamo scritto la nostra Carta Etica.
La carta etica ha valore
deontologico, infatti proposta dal comitato delle professioni è stata approvata
e recepita dai singoli Ordini Professionali assumendo così la forma di
integrazione al codice deontologico di riferimento e non semplicemente
manifesto di intenti.
Ma la Carta Etica allo
stesso tempo vuole essere un modo per far “riflettere” i professionisti perché
la lotta alla mafia si fa con le azioni, magari anche eclatanti, ma anche e
soprattutto con la
cultura. Non con la cultura urlata ma con quella che parte
dal basso che raggiunge tanti professionisti nel silenzio del loro studio
magari proprio mentre stanno valutando se lasciarsi tentare, in un momento di
crisi economica, da un guadagno redditizio, all’apparenza facile, ma molto
“fumoso”.
La Carta Etica
prevede la radiazione del professionista in caso di condanna definitiva per il
reato di associazione mafiosa (art. 416 bis del Codice Penale) o di
favoreggiamento art. 7 legge 203/91).
Mi soffermo sull’importanza che
abbiamo voluto dare all’art. 7: per gli Ordini Professionali agevolare
l’associazione mafiosa è pari al reato di associazione mafiosa - nella
provincia di Modena l’art. 7 credo sia sicuramente più probabile del 416 bis).
La radiazione viene applicata
anche a quei professionisti che subiscano la sola confisca definitiva di beni
(procedimento che può essere anche solo di tipo amministrativo).
Per il professionista indagato
o destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare è prevista la sospensione,
il che significa l’impossibilità di lavorare.
La Carta, inoltre, prevede la
possibilità per gli ordini professionali di costituirsi parte civile nei
processi in cui sono contestati i reati di associazione mafiosa ai propri
iscritti.
Sottolinea il ruolo centrale di
scuola e università nel proporre e progettare saperi rispetto a questi temi
fondamentali.
Inoltre sottolinea che il
contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata deve passare anche
dalla sana crescita professionale, dalla salvaguardia dei diritti umani, dalla
salvaguardia dei principi di sicurezza sul lavoro, dal contrasto al lavoro nero
e irregolare, dalla salvaguardia e dalla tutela dell’ambiente.
La carta etica non vuole essere
“punitiva” ma “culturale”, ha l’obiettivo di formare professionisti
responsabili, liberi e fortemente consapevoli del loro ruolo sociale e pone
sopratutto l’accento sulla necessità di riconoscere come principio fondamentale
per la lotta alle mafie la partecipazione attiva dei professionisti alle
iniziative pubbliche di contrasto, ovvero sulla necessità di “mostrare la
propria faccia”.
Da ultimo, e non per
importanza, la carta etica pone l’accento sull’obbligo per il professionista di
collaborare con le istituzioni preposte. E proprio per sostenere e accompagnare
la presa di coscienza del singolo che si trova a fronteggiare una presenza
mafiosa nell’ambito in cui “esercita” e che per paura non denuncia, i
professionisti uniti hanno deciso di istituire una commissione permanente
allo scopo di accompagnare il singolo professionista nel suo percorso
responsabile.
Il nostro percorso
deontologico, però, vuole spingersi oltre: è ormai sentire comune riferirsi ai
procedimenti del tribunale per giudicare il comportamento degli iscritti.
Partendo dall’art. 2 della legge 25 aprile 1938, n°897, che recita: “coloro che
non siano di specchiata condotta morale e politica non possono essere iscritti
negli Albi professionali e, se iscritti, debbono essere cancellati…” Stiamo
valutando e approfondendo il vero significato del giudizio disciplinare. In
modo tale da poterlo configurare, senza ombra di interpretazione, “giudizio
autonomo ed indipendente da qualsivoglia procedimento parallelo”.
La carta etica è quindi un
messaggio forte e chiaro, un punto di partenza, uno strumento nelle mani del
professionista, sentinella di legalità nell’ambito in cui opera. È un modo per
sottolineare, rispetto al codice deontologico di riferimento, che nulla è
ovvio!
Siamo però consapevoli che l’etica
responsabile non è solo applicazione dei principi contenuti nella carta etica,
essa chiama in causa le nostre coscienze, la nostra responsabilità, le nostre
scelte quotidiane.
Per questo i professionisti di
Modena hanno anche avviato un percorso di formazione che coinvolge tutti i
professionisti. Perché siamo assolutamente consapevoli che il vero contrasto
alle mafie si realizza ribaltando la “cultura mafiosa” con una “cultura alla e
per la legalità”.
Per incentivare il singolo
professionista a seguire il percorso formativo gli Ordini e i Collegi
riconoscono al partecipante i crediti formativi obbligatori previsti dai
regolamenti sulla formazione continua.
Molti Ordini della provincia di
Modena hanno attivato la formazione dei giovani professionisti, prevedendo nei
corsi di presentazione dell’Ordine professionale, prima dell’esame di abilitazione, delle lezioni specifiche sui contenuti della
carta etica e sui comportamenti “responsabili” dei professionisti.
Una ulteriore e splendida
conferma di una carta etica che sta diventando “carne” (come chiesto da Don
Luigi Ciotti ai professionisti nel convegno di presentazione) e l’avvio della
commissione di sostegno al professionista in difficoltà: diversi colleghi (di
differenti ambiti professionali) si sono già rivolti alla commissione!!!
Questi colleghi hanno sentito
l’esigenza di condividere le loro perplessità e i loro dubbi … in ben tre casi
la commissione ha ritenuto i fatti riportati meritevoli di essere posti
all’attenzione della autorità competente … saputo i fatti l’autorità competente
ha trovato molto interessante la segnalazione.
Ma i professionisti di Modena
non vogliono restare chiusi nella loro provincia, sono consapevoli che lo
scambio con altre realtà non può che accrescere la consapevolezza e dare forza
alla comune battaglia.
Abbiamo messo le nostre
professionalità a disposizione della cooperativa di “libera terra” Valle del
Marro di Polistena (Reggio Calabria), che a seguito di un vile ed ennesimo
attentato mafioso ha rischiato di dover bloccare la produzione di olio di
oliva, abbiamo dato la nostra solidarietà alle vittime di mafia e ai loro
familiari, sentieri della memoria (Aspromonte), Ninetta Burgio, e tanti altri.
Una nostra delegazione (ben
nutrita) a Milano ha contrapposto la propria faccia a quella tracotante dei
mafiosi presenziando ad una udienza nel processo agli assassini di Lea
Garofalo.
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