giovedì 24 maggio 2012

Carte in regola: I professionisti sfidano con l'etica mafia e corruzione

Carta Etica delle professioni intellettuali:

L’etica non si insegna, non si apprende da regole citate sui libri, dalle parole di un professore universitario: è un comportamento dettato dall’interno, dalla propria integrità morale, dai valori nell’interesse del singolo individuo e nell’interesse collettivo. Queste le parole di Stefania Pellegrini docente di sociologia alla facoltà di giurisprudenza di Bologna. Un professionista è ciò che fa. Il professionista è una figura immersa nella società che si trova a mediare tra le istituzioni e i cittadini; mi insegnavano, al corso praticanti, che fare la libera professione vuol dire far avvicinare due mondi lontani che spesso non parlano la stessa lingua, vuol dire fornire i mezzi per comprendere e scegliere secondo le regole dettate dallo Stato. Ogni giorno egli si trova a dover fare i conti con la propria correttezza morale che deve essere salda e inattaccabile da quella famosa legalità malleabile. Un professionista non può, quando torna a casa, essere un’altra persona: la coerenza tra la vita professionale e la vita privata è fondamentale proprio perché le due cose non sono scindibili. Queste parole dovrebbero essere un monito anche per chi ci governa, per chi dovrebbe essere d’esempio per la collettività in termini di morale, deontologia, serietà. Don Ciotti ha detto che è inutile indignarsi perché ormai è diventata questa la nostra attività primaria, dobbiamo provare disgusto. Guardiamo ciò che succede, ci indigniamo, ma non facciamo mai un passo per cambiare le cose; il disgusto è un sentimento forte che dovrebbe far crescere la voglia di muoversi in una direzione diversa.
Il Dott.Ricchetti, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, ha asserito un’altra cosa importante: oltre a procedere nella lotta alla mafia e alla corruzione lo Stato deve anche fornire i mezzi per distaccarsi da quei mondi, la burocrazia appesantisce tutti i processi di lavoro e questo è una leva abbastanza forte per mandare tutto all’aria e scegliere la via più semplice. Don Ciotti ha poi aggiunto che ad oggi ci sono circa 2.500.000 di giovani disoccupati, a spasso per le strade e cos’è questo se non un bellissimo terreno per l’attecchimento dell’illegalità? Le politiche della famiglia e del lavoro devono essere punti cardinali del governo per togliere potere all’organizzazione mafiosa.
Dopo questo passo entra sicuramente in gioco l’etica, caratteristica fondamentale per percorrere una nuova strada insieme, ma perché la collettività sia una macchina che funzioni bene occorre che ogni singolo individuo sia un motore a sé, che contribuisca ad aumentare la potenza.
La giornata di oggi è stata importante perché stabilisce l’impegno comune, dei Collegi e Ordini Professionali, nella lotta al radicamento della mafia nel territorio in cui viviamo, avendo preso coscienza che questo è ormai un problema reale e tangibile in tutti i settori. Aderendo alla carta etica essi si impegnano a rispettare e seguire i modelli di comportamento ispirati dall’eticità e integrità e a sviluppare azioni coerenti ai principi dettati.


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