Carta Etica delle professioni intellettuali:
L’etica
non si insegna, non si apprende da regole citate sui libri, dalle
parole di un professore universitario: è un comportamento dettato
dall’interno, dalla propria integrità morale, dai valori nell’interesse
del singolo individuo e nell’interesse collettivo. Queste le parole di
Stefania Pellegrini docente di sociologia alla facoltà di giurisprudenza
di Bologna. Un professionista è ciò che fa. Il professionista è una
figura immersa nella società che si trova a mediare tra le istituzioni e
i cittadini; mi insegnavano, al corso praticanti, che fare la libera
professione vuol dire far avvicinare due mondi lontani che spesso non
parlano la stessa lingua, vuol dire fornire i mezzi per comprendere e
scegliere secondo le regole dettate dallo Stato. Ogni giorno egli si
trova a dover fare i conti con la propria correttezza morale che deve
essere salda e inattaccabile da quella famosa legalità malleabile. Un
professionista non può, quando torna a casa, essere un’altra persona: la
coerenza tra la vita professionale e la vita privata è fondamentale
proprio perché le due cose non sono scindibili. Queste parole dovrebbero
essere un monito anche per chi ci governa, per chi dovrebbe essere
d’esempio per la collettività in termini di morale, deontologia,
serietà. Don Ciotti ha detto che è inutile indignarsi perché ormai è
diventata questa la nostra attività primaria, dobbiamo provare disgusto.
Guardiamo ciò che succede, ci indigniamo, ma non facciamo mai un passo
per cambiare le cose; il disgusto è un sentimento forte che dovrebbe far
crescere la voglia di muoversi in una direzione diversa.
Il
Dott.Ricchetti, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione
Emilia Romagna, ha asserito un’altra cosa importante: oltre a procedere
nella lotta alla mafia e alla corruzione lo Stato deve anche fornire i
mezzi per distaccarsi da quei mondi, la burocrazia appesantisce tutti i
processi di lavoro e questo è una leva abbastanza forte per mandare
tutto all’aria e scegliere la via più semplice. Don Ciotti ha poi
aggiunto che ad oggi ci sono circa 2.500.000 di giovani disoccupati, a
spasso per le strade e cos’è questo se non un bellissimo terreno per
l’attecchimento dell’illegalità? Le politiche della famiglia e del
lavoro devono essere punti cardinali del governo per togliere potere
all’organizzazione mafiosa.
Dopo
questo passo entra sicuramente in gioco l’etica, caratteristica
fondamentale per percorrere una nuova strada insieme, ma perché la
collettività sia una macchina che funzioni bene occorre che ogni singolo
individuo sia un motore a sé, che contribuisca ad aumentare la potenza.
La
giornata di oggi è stata importante perché stabilisce l’impegno comune,
dei Collegi e Ordini Professionali, nella lotta al radicamento della
mafia nel territorio in cui viviamo, avendo preso coscienza che questo è
ormai un problema reale e tangibile in tutti i settori. Aderendo alla
carta etica essi si impegnano a rispettare e seguire i modelli di
comportamento ispirati dall’eticità e integrità e a sviluppare azioni
coerenti ai principi dettati.
Nessun commento:
Posta un commento