Roma 19.04.2012
Sala Ex Hotel Bologna Via Santa Chiara (RM)
Relatori: Senatore Luigi De Sena, Senatrice Mariangela
Bastico, Giornalista Giovanni Tizian, Dott. Stefano Zanardi
Comunicazione, Scuola, Professioni
Questi i punti salienti dell’incontro formativo-informativo
di oggi a Roma, queste le parti in gioco nella lotta attiva alla mafia per
creare la vera cultura della legalità. La Senatrice Bastico dopo una prima
introduzione lascia la parola a Luigi De Sena, Senatore della Repubblica e
Vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, che pone
immediatamente il primo punto ovvero la cultura senza la quale non si può
combattere un fenomeno che è sconosciuto o meglio del quale non vi sono tracce
evidenti per la maggior parte dei casi ma solo piccoli indizi, comportamenti
sospetti. La cultura come chiave di apertura verso un mondo che crediamo
distante ma mai come oggi è così vicino. La parola passa a Giovanni Tizian che
per chi non lo conosce è un giornalista d’inchiesta emigrato a 12 anni dalla
Calabria in cui lascia il delitto di mafia del padre per trovare una società
più pulita. Si trasferisce a Modena, scrive per la Gazzetta di Modena e scrive
un libri “Gotica” in cui denuncia la corruzione e i movimenti mafiosi nel nord.
Ci parla dell’informazione come di un mezzo per creare cultura della conoscenza
che dia i mezzi, dal libero cittadino al professionista, di riconoscere i
comportamenti anomali e riconducibili alle azioni mafiose, una cultura che però
deve essere corretta, nei dati e nel tipo di informazioni, una cultura che deve
liberarci dalla mentalità mafiosa bene radicata oramai sul nostro territorio.
“Nell’attività giornalistica dobbiamo raccontare e descrivere quali sono gli
attori di questo teatro, dobbiamo interessare il lettore e trovare le giuste
argomentazioni che lo conducano verso le giuste scelte che sono quelle di
denuncia e soprattutto di coesione.” E’ importante far sapere che il mafioso
non è più individuabile con quell’immagine folkloristica del contadino con la
coppola o la lupara che per anni ci ha accompagnato, ora la mafia è
strettamente correlata al potere a chi gestisce l’economia a chi la muove e la
indirizza, ai “colletti bianchi”. Siamo sempre stati abituati a pensare ma
anche a credere, attraverso manifestazioni stragiste che se la mafia esiste lo
fa vedere attraverso gesti estremi e plateali come fu ad esempio per Falcone e
Borsellino, ma se non “spara” ciò non vuol dire che non esista ma che essa si
muove in altri modi come ad esempio con la corruzione con la quale muove le
giuste pedine, si radica nel territorio con basi salde. L’azione antimafia che
dobbiamo intraprendere passa prima di tutto dalla prevenzione oltre che dalla
denuncia, non dobbiamo delegare le istituzioni ma intraprendere un’attività
quotidiana e martellante in modo da disturbare coloro i quali tendono a
muoversi nell’ombra ma che messi alla luce compiono imprudenze in grado di
poterli smascherare. Creare quindi una cultura della legalità composta da una
fitta rete di persone e comportamenti sociali corretti che ci aiuti a svolgere
una buona azione di prevenzione. La parola al Dott. Stefano Zanardi referente
della Commissione del CUP di Modena per il contrasto alle mafie che ha
presentato la Carta Etica alla quale hanno aderito tutti gli ordini e collegi
professionali della Provincia di Modena all’interno della quale hanno
sottoscritto un patto di legalità. Questo documento ha due valenze una tecnica
ed una informativa: tecnica in quanto fornisce i mezzi per un contrasto
operativo ovvero crea la possibilità di procedimenti disciplinari verso i
propri iscritti, informativa poiché pone sotto gli occhi di tutti la realtà
della presenza della mafia come problema oggettivo tant’è che ci si è visti a
dover intervenire nel senso della prevenzione e del contrasto. L’intervento poi
del Rappresentante di Associazione da Sud che ha intrapreso la campagna “Io mi
chiamo Giovanni Tizian” che ci esorta al lavoro quotidiano, martellante e
serrato, alla cultura della legalità rivolto
anche ai giovani, rappresentato in questo caso da alcune scuole intervenute
all’evento. La scuola fucina della cultura che deve sfornare persone educate
alla legalità e soprattutto alla conoscenza. L’intervento dell’Editore del
libro di Giovanni nonché giornalista che richiama l’attenzione sul ruolo delle
istituzioni che spesso sono attori assenti in questa rappresentazione dove
invece sarebbe necessario l’intervento di assistenza a coloro i quali stanno
combattendo con ogni mezzo a disposizione ma che hanno comunque i limiti del
caso; una collega poi ricorda che questo giornalismo di inchiesta non è
tutelato e soprattutto spesso mal pagato ma fatto da persone con una passione
ed un obiettivo vivo e ben presente. Sì per queste persone come del resto
Giovanni non amano sentirsi chiamati eroi: l’eroe è quella persona che mandata
avanti dagli altri si fa carico della responsabilità dell’azione di tutti ma in
questo caso così non può essere, serve l’azione forte e coesa di tutti per
contrastare questo fenomeno che ci vuole vedere immersi nella solitudine e
nell’omertà ma che non è pronta a trovarsi davanti un muro ben fatto e
soprattutto solido e inattaccabile. Un ringraziamento speciale alla Senatrice
Mariangela Bastico che oltre a condurre un fantastico lavoro, raccogliendo le
proposte e le testimonianze si farà portatrice del pensiero dei cittadini, dei
professionisti, dei giovani e proverà a tramutare in realtà le aspettative di
tutti noi.
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