giovedì 24 maggio 2012

La comunicazione antimafia - Roma 19 aprile 2012


Roma 19.04.2012
Sala Ex Hotel Bologna Via Santa Chiara (RM)
Relatori: Senatore Luigi De Sena, Senatrice Mariangela Bastico, Giornalista Giovanni Tizian, Dott. Stefano Zanardi

Comunicazione, Scuola, Professioni
Questi i punti salienti dell’incontro formativo-informativo di oggi a Roma, queste le parti in gioco nella lotta attiva alla mafia per creare la vera cultura della legalità. La Senatrice Bastico dopo una prima introduzione lascia la parola a Luigi De Sena, Senatore della Repubblica e Vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, che pone immediatamente il primo punto ovvero la cultura senza la quale non si può combattere un fenomeno che è sconosciuto o meglio del quale non vi sono tracce evidenti per la maggior parte dei casi ma solo piccoli indizi, comportamenti sospetti. La cultura come chiave di apertura verso un mondo che crediamo distante ma mai come oggi è così vicino. La parola passa a Giovanni Tizian che per chi non lo conosce è un giornalista d’inchiesta emigrato a 12 anni dalla Calabria in cui lascia il delitto di mafia del padre per trovare una società più pulita. Si trasferisce a Modena, scrive per la Gazzetta di Modena e scrive un libri “Gotica” in cui denuncia la corruzione e i movimenti mafiosi nel nord. Ci parla dell’informazione come di un mezzo per creare cultura della conoscenza che dia i mezzi, dal libero cittadino al professionista, di riconoscere i comportamenti anomali e riconducibili alle azioni mafiose, una cultura che però deve essere corretta, nei dati e nel tipo di informazioni, una cultura che deve liberarci dalla mentalità mafiosa bene radicata oramai sul nostro territorio. “Nell’attività giornalistica dobbiamo raccontare e descrivere quali sono gli attori di questo teatro, dobbiamo interessare il lettore e trovare le giuste argomentazioni che lo conducano verso le giuste scelte che sono quelle di denuncia e soprattutto di coesione.” E’ importante far sapere che il mafioso non è più individuabile con quell’immagine folkloristica del contadino con la coppola o la lupara che per anni ci ha accompagnato, ora la mafia è strettamente correlata al potere a chi gestisce l’economia a chi la muove e la indirizza, ai “colletti bianchi”. Siamo sempre stati abituati a pensare ma anche a credere, attraverso manifestazioni stragiste che se la mafia esiste lo fa vedere attraverso gesti estremi e plateali come fu ad esempio per Falcone e Borsellino, ma se non “spara” ciò non vuol dire che non esista ma che essa si muove in altri modi come ad esempio con la corruzione con la quale muove le giuste pedine, si radica nel territorio con basi salde. L’azione antimafia che dobbiamo intraprendere passa prima di tutto dalla prevenzione oltre che dalla denuncia, non dobbiamo delegare le istituzioni ma intraprendere un’attività quotidiana e martellante in modo da disturbare coloro i quali tendono a muoversi nell’ombra ma che messi alla luce compiono imprudenze in grado di poterli smascherare. Creare quindi una cultura della legalità composta da una fitta rete di persone e comportamenti sociali corretti che ci aiuti a svolgere una buona azione di prevenzione. La parola al Dott. Stefano Zanardi referente della Commissione del CUP di Modena per il contrasto alle mafie che ha presentato la Carta Etica alla quale hanno aderito tutti gli ordini e collegi professionali della Provincia di Modena all’interno della quale hanno sottoscritto un patto di legalità. Questo documento ha due valenze una tecnica ed una informativa: tecnica in quanto fornisce i mezzi per un contrasto operativo ovvero crea la possibilità di procedimenti disciplinari verso i propri iscritti, informativa poiché pone sotto gli occhi di tutti la realtà della presenza della mafia come problema oggettivo tant’è che ci si è visti a dover intervenire nel senso della prevenzione e del contrasto. L’intervento poi del Rappresentante di Associazione da Sud che ha intrapreso la campagna “Io mi chiamo Giovanni Tizian” che ci esorta al lavoro quotidiano, martellante e serrato,  alla cultura della legalità rivolto anche ai giovani, rappresentato in questo caso da alcune scuole intervenute all’evento. La scuola fucina della cultura che deve sfornare persone educate alla legalità e soprattutto alla conoscenza. L’intervento dell’Editore del libro di Giovanni nonché giornalista che richiama l’attenzione sul ruolo delle istituzioni che spesso sono attori assenti in questa rappresentazione dove invece sarebbe necessario l’intervento di assistenza a coloro i quali stanno combattendo con ogni mezzo a disposizione ma che hanno comunque i limiti del caso; una collega poi ricorda che questo giornalismo di inchiesta non è tutelato e soprattutto spesso mal pagato ma fatto da persone con una passione ed un obiettivo vivo e ben presente. Sì per queste persone come del resto Giovanni non amano sentirsi chiamati eroi: l’eroe è quella persona che mandata avanti dagli altri si fa carico della responsabilità dell’azione di tutti ma in questo caso così non può essere, serve l’azione forte e coesa di tutti per contrastare questo fenomeno che ci vuole vedere immersi nella solitudine e nell’omertà ma che non è pronta a trovarsi davanti un muro ben fatto e soprattutto solido e inattaccabile. Un ringraziamento speciale alla Senatrice Mariangela Bastico che oltre a condurre un fantastico lavoro, raccogliendo le proposte e le testimonianze si farà portatrice del pensiero dei cittadini, dei professionisti, dei giovani e proverà a tramutare in realtà le aspettative di tutti noi.

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